Chiara Merlo spiega come e soprattutto perché è nato Angelina, lo short film da lei stessa sceneggiato, diretto da Giordano Affolti che tratta del rapporto tra sesso e consenso, in senso ampio, e, nello specifico, di sfruttamento delle donne, spesso bambine, buttate in strada e costrette a fare sesso per il piacere e il denaro altrui.
Autore: Multiversi
Giulio Laurenzi Disegna la sua vignetta giornaliera dal 2007 al 2010 per il Quotidiano della Basilicata (per cui ha anche […]
Facebook Twitter Tutti: immigrati senza permesso di soggiorno, senza fissa dimora e tutti coloro che, per svariate ragioni, […]
frammento 329
"Cerchi di nasconderti, ma ogni posto che trovi non basta. Se pure abbassi la testa e ti metti stretta stretta nei capelli, non basta. C'è chi guarda. Oggi mi sono messa sotto il letto ma il mio gatto ha trovato le mani. Sotto il letto non basta. Ho voltato la faccia ed è venuto a leccarmi sul naso. Io non piango. Delicatamente mi metto da qualche parte. Ma non basta. C'è sempre qualcuno che si mette davanti, allora abbasso la testa. Una volta sono stata tutto il giorno dentro il lavandino della cucina."
Frammenti di un racconto ancora da de-finire
di Chiara Merlo
(foto di Shaden Brooke)
frammento 316
Questa grazia, e tenerezza, di bocche che si mangiano lentamente, di occhi che si penetrano, di polsi e colli che si stringono, di ventri che si muovono, impazziti, di piedi e gambe che puntano sui cuscini, di capelli e liquidi che si mescolano, ma di anime che non si capiscono, di corpi che si imitano e di mani che si ricordano…allora, questa grazia di odori adesso è angoscia. L’angoscia di aver sbagliato il centro e aver cercato ai margini, di aver sfiorato l’intensità e averne colto solo l’immaginazione. Mentre la mia schiena premeva sul pavimento i miei dubbi come fiere mi aspettavano sul soffitto. E il soffitto poi piano piano si è abbassato, abbassato, fino a opprimermi del tutto. Che adesso mi trovo in questo cavo iperbarico dove ogni battito e ogni respiro sono calcolati, e a volte saltano per rifiuto il loro giro.
frammento 315
Laura aveva chiesto a Diego cosa pensasse dell’amore, e Diego non aveva risposto. E allora gli spiego lei il concetto muovendo con le labbra parole in quel suo sguardo di uomo, scettico. E cominciò con un “sai”, che a Diego fece subito assumere quella smorfia di fastidio, o forse era rancore. “Sai, l’amore spinge due persone a capirsi, capirsi nel profondo. Non è un sentimento, è aprirsi all’altro per essere compresi”. Lui sciolse la smorfia e poi, con un sospirone, e appresso una pausa drammatica, aggiunse finalmente: “Laura, io non ti amo”.