E siamo ormai a questo punto, ben dentro nella terza guerra mondiale! Sia o non sia termonucleare. Il nucleare è solo un supporto, è il pensiero del conflitto che è purtroppo avanzato (in risposta a quelli che dicono: “ci sono altre guerre, ci sono sempre state, soltanto adesso ve ne siete accorti?”), si è spostato al centro, è finalmente frontale, aperto, chiaro e netto, con i bersagli non più laterali e solo di avvertimento (nonostante il tragico e l’indifferente), ma nel cuore delle culture dominanti, a ristabilirne i confini ideologici (davvero pensavate che le ideologie fossero crollate?), anche se gli Europei in particolare non vogliono proprio accettarlo. Non vogliono vedere. Che struzzi! E invece si tratta proprio di loro, che lo accettino!

Un deposito sterrato, pareti scrostate, umidità, muffa, sedie rotte accatastate, una finestra da cui filtra una luce grigia, compatta, tre sedie in centro che proiettano la loro ombra sul muro, un paio di scarpe dimenticate in mezzo al cumulo di rottame.