Quest’opera teatrale prende in prestito un fatto di cronaca raccontato da Laurent Mauvignier, la mezz’ora in cui è insensatamente raccolta la tragica fine di un uomo. Un monologo. Un’emorragia di parole nel resoconto minuzioso di una morte assurda, interpretata esaurientemente da un attore ugualmente tragico nella sua parte, molto convincente Vincenzo Pirrotta. “Quel che io chiamo oblio” è il titolo originale di questo monologo, “Storia di un oblio” in questa trasposizione teatrale.

Smarrimento, scritto e diretto dalla pluripremiata Lucia Calamaro, e interpretato magnificamente dalla versatile Lucia Mascino, è in scena al TeatroBasilica di Roma fino al 4 febbraio, lo spettacolo, prodotto da Marche Teatro, debuttò ad Ancona nel lontano 2019, fece il giro di tutta Italia dopo la riapertura dei teatri e approdò a Roma, al Teatro India, nel febbraio 2022. Adesso, dopo tanto peregrinare, Smarrimento sembra aver raggiunto la sua piena maturità.
Il monologo mette in scena una scrittrice in piena crisi creativa.

Questo testo che fa incontrare due donne che per destino sono madre e figlia, pone allo spettatore una quantità di domande.  La possibilità del perdono se non c’è pentimento. La natura della natura umana: ci sono i buoni e ci sono i cattivi e chi sono i cattivi se non i caduti che non si rialzano nemmeno di fronte a una figlia che tende loro la mano? È possibile la pietas di fronte all’ostinazione  del male o è meglio scappare e cercare per sé un’orbita franca attorno cui gravitare?