L’isola del tesoro e i viaggi e le avventure di Louis Stevenson si sono fusi con la vita di un attore in tempi di pandemia, che sognava di uscire di casa, salire su un aereo e finalmente fuggire per raggiungere la sua amata isola del tesoro.
Un isoletta greca dove Giuseppe Cederna e la sua compagna sono di casa, o meglio, di terra.
Mese: Gennaio 2022
Al sentir parlare di corde e di bondage lei incalza sbigottita: “Voi siete matti, pervertiti, addirittura malati…” In pochi attimi tutto sembra stralciato, smembrato, rovinato. Si crea un imbarazzo palpabile.
Ma l’altra sera al teatro Vascello mi è sembrato di assistere a un vero miracolo di rinascita e di rivincita. Mica perché lo spettacolo si intitoli Miracoli metropolitani, guarda caso. Ma perché il teatro era pieno di gente contenta come non l’avevo ancora vista da che abbiamo provato a ripartire.
I Tarocchi in una veste nuova, non più a carattere strettamente “divinatorio”, ma strumento di consapevolezza interiore e crescita personale.
“Nel tennis, chiedere scusa, dovrebbe essere considerato contro il regolamento” (J. p. Mc.Enroe) Piove zafferano, da ore. Questo, […]
L’incerto e fuggitivo bagliore di tante stelle cadenti si mescola alla luce di qualche stella fissa, questo è […]
frammento 004
"Diego si era fatto togliere la camicia delicatamente e la osservava. E Laura con la punta delle dita, alzando ogni tanto lo sguardo per incroci pericolosi, usava la mano destra, con quell'altra indecisa e svogliata sulla cima della sua spalla, per camminargli sul petto coi polpastrelli sui peli. Come sono belle le spalle degli uomini, pensava. Dal collo bruno e ispido, dove intanto scivolavano i capelli morbidi e insidiosi, scendeva dolcemente fino a raggiungere con la durezza delle unghie, silenziose eppure già così invadenti, il cuore nascosto di quel torace perfetto. Un uomo insicuro! E quella insicurezza inebriava il respiro, e avrebbe presto impaziente attentato alla sua bocca. Conosceva il gusto di quella tentazione, e perciò la rimandava, la rallentava, perché durasse. Gli occhi così si dilatarono di entrambi, in quel buio grigio e azzurro di quella stanza d'albergo appena fermata nel tempo. Fuori il rumore di una città non appena scomposta per disattenzione. Così separati arrivavano i rumori delle auto e i battibecchi dei passanti, le lingue straniere e gli schiamazzi. La finestra semichiusa serviva proprio a questo, a fare entrare quelle risate prima vicine e poi lontane, e insieme quel fresco delle sere primaverili con le luci dei lampioni che si sforzano giallastri a trapassare i rampicanti festosi e profumati che col loro verde brillante entrano come ombre giunti fin lì. Non sopportò a lungo di restare fermo e insicuro, così, senza rifare il cammino gentile delle dita verso il cuore, strinse con entrambe le mani, e con tutte le unghie maschili affondate nella carne, le spalle di lei. Poi si ficco con tutta la bocca dentro a quella notte di stelle".