frammento 351

“Lui aveva chiuso gli occhi, e lei lo baciava accuratamente. In bocca, sulla barba. Gli mordeva il mento. Lei col suo corpo dolce e lento su di lui. E lui, insistente, con gli occhi chiusi. Lentamente, sempre più lentamente, lei lo penetrava con quei suoi occhi aperti. Su di lui. Il seno teso, e il ventre sul suo ventre. Piano, sempre più piano, che anche il respiro sempre meno si sentiva, o forse si sentiva quando proprio mancava. E mentre lei sollevava la testa e finalmente chiudeva gli occhi, lui d’incanto li aprì che sembrò morto. Fermi. Sempre più fermi. A un tratto lei si adagiò soddisfatta sul suo petto, ma lui, come se le dita fossero fili, le accarezzava ancora con dolcezza la schiena, e poi, come fossero impiastricciate di un qualche miele, le infilava appiccicandosi completamente nei suoi capelli. Sembrava tutto accaduto in un bosco, eppure lui con gli occhi di lato ora guardava il mare, calmo”

Frammenti di un racconto ancora da de-finire
di Chiara Merlo

frammento 329

"Cerchi di nasconderti, ma ogni posto che trovi non basta. Se pure abbassi la testa e ti metti stretta stretta nei capelli, non basta. C'è chi guarda. Oggi mi sono messa sotto il letto ma il mio gatto ha trovato le mani. Sotto il letto non basta. Ho voltato la faccia ed è venuto a leccarmi sul naso. Io non piango. Delicatamente mi metto da qualche parte. Ma non basta. C'è sempre qualcuno che si mette davanti, allora abbasso la testa. Una volta sono stata tutto il giorno dentro il lavandino della cucina."

Frammenti di un racconto ancora da de-finire
di Chiara Merlo

(foto di Shaden Brooke)