Fatemi scendere da quel carro armato

Non sono pacifista: sono contro la guerra

(Gino Strada)

A Modena Babbo Natale si schiera.

Sono due giorni che ci penso. Mi ero limitata a condividere un video su fb manifestando la mia solidarietà a un uomo in preda alla collera. Invece non me lo tolgo dalla testa. Quel Babbo Natale è un’ignominia, forse un vero e proprio reato. Apologia di reato.

Un Babbo Natale che invece di  guidare la slitta di legno trainata dalle sue povere renne, prodiga di doni da distribuire iniquamente ai bambini (ma questo si sa: da che mondo è mondo Babbo Natale è foriero di evidenti, incommensurabili ingiustizie), era alla guida di un carro armato.

Un carro armato di dimensioni reali nel bel mezzo di una piazza di Modena, messo lì come una giostra, un’attrattiva natalizia che alla meglio invitava a giocare alla guerra.

E allora? Che c’è di strano? Potrà domandarsi chi non ha visto la scena. Da che mondo è mondo i bambini giocano alla guerra, una volta ai cowboys e agli indiani, oggi agli eroi supereroi avangers e quelle cose lì. Babbo Natale ai miei compagni di classe portava i soldatini o il costume da sceriffo da indossare a Carnevale.

Invece c’è non solo di strano ma di profondamente disonesto. Di una disonestà strisciante, pericolosa, allarmante. La disonestà che si chiama propaganda occulta.  Subdolamente trasmessa attraverso un gioco innocente, una festa, una ricorrenza pacifica. Ma qui di pacifico non c’è proprio nulla, di innocente nemmeno. Di giocoso soltanto un pupazzo cattivo camuffato  da Babbo Natale.

Qui la questione è sostanzialmente diversa. Ed è grave. Gravissima.

Su questo carro armato giocattolo infatti si staglia bella bella la bandiera di Israele. Manca solo la faccia di Bibi Netanyahu.

Il che significa, sic et simpliciter, che alla sua guida c’è un Babbo Natale schierato, che parteggia, che alla vigilia della nascita di Gesù Bambino, dice ai bambini da che parte stare invitandoli  a salire sul suo carro armato e a sventolare la sua bella bandiera. Un Babbo Natale tifoso che insegna a tifare.

Non più lo zio tutto sommato benevolo al quale si perdona di avere sempre avuto i suoi nipoti preferiti, perché i regali sono soltanto regali, quello che conta è il pensiero.  

No, qui Babbo Natale a certi bambini nemmeno ci pensa. Babbo Natale di certi bambini se ne sbatte le palle.  

Che gliene frega al Babbo Natale di Modena dei bambini di Gaza se poi invita i loro coetanei a giocare alla guerra e a sventolare la bandiera dei loro carnefici?

Babbo Natale sta dicendo ai bambini di fare quello che un assassino al potere sta facendo proprio in questo preciso momento ai loro coetanei di Gaza. Senza tregua, da quasi tre mesi. Invadere, bombardare, distruggere, uccidere, radere al suolo.

Ma pensate se invece di un carro armato con la bandiera di Israele ci fosse, che ne so, uno jadista islamico con la bandiera palestinese e la scritta 7 ottobre forever?

Ci pensate? Provate a  immaginare l’insurrezione. C’è qualcuno che almeno almeno lo troverebbe diseducativo. O no?

Invece un carro armato israeliano non è che un gioco inoffensivo.

Perché? Chi mi risponde?

Lo volete far scendere sto disgraziato  pupazzo da quel diabolico mezzo di distruzione di un popolo?

La scena è stata diffusa in modo virale grazie alle invettive di un padre che  non faceva altro che rilevare la cosa più ovvia del mondo. Che un carro armato non è un giocattolo. Che non si difende un genocidio in atto. Un uomo sicuramente non italiano poiché il suo accento traspariva   chiaro attraverso la rabbia e l’indignazione. Poi di dove fosse chissenefrega. Certo faceva e diceva quello che qualunque persona animata da un po’ di buon senso avrebbe dovuto dire e fare in quel preciso frangente: dire a chi aveva avuto quella fantastica penzata: penzata, di vergognarsi.

“Sono morti settemila bambini”, dice questo signore a chi prova a zittirlo. “Vergogna”

Ma quando mai? La vergogna, questa sconosciuta. Anzi, dicono a lui di darsi una calmata, persino di contenersi con la scusa che era presente suo figlio, il bambino. Appunto! Il bambino. E i vostri?

A lui è scappato un sanissimo vaffanculo, e voi, ai vostri figli, che cavolo dite? Monta sul carro armato insieme a Babbo Natale e avanti tutta, giochiamo alla guerra e combattiamo il nemico. Settemilaeuno, settemilaedue, fuori tutti, vittoria, goal.

Non dite vaffanculo di fronte ai vostri figli, mi raccomando, regalategli l’ipod e una bella bandiera da sventolare vittoriosi contro il nemico di turno, proprio come allo stadio.

Insegnate loro a tifare, dai. Dopotutto, tifa anche Babbo Natale.

di Alessandra Bernocco