frammento 004
"Diego si era fatto togliere la camicia delicatamente e la osservava. E Laura con la punta delle dita, alzando ogni tanto lo sguardo per incroci pericolosi, usava la mano destra, con quell'altra indecisa e svogliata sulla cima della sua spalla, per camminargli sul petto coi polpastrelli sui peli. Come sono belle le spalle degli uomini, pensava. Dal collo bruno e ispido, dove intanto scivolavano i capelli morbidi e insidiosi, scendeva dolcemente fino a raggiungere con la durezza delle unghie, silenziose eppure già così invadenti, il cuore nascosto di quel torace perfetto. Un uomo insicuro! E quella insicurezza inebriava il respiro, e avrebbe presto impaziente attentato alla sua bocca. Conosceva il gusto di quella tentazione, e perciò la rimandava, la rallentava, perché durasse. Gli occhi così si dilatarono di entrambi, in quel buio grigio e azzurro di quella stanza d'albergo appena fermata nel tempo. Fuori il rumore di una città non appena scomposta per disattenzione. Così separati arrivavano i rumori delle auto e i battibecchi dei passanti, le lingue straniere e gli schiamazzi. La finestra semichiusa serviva proprio a questo, a fare entrare quelle risate prima vicine e poi lontane, e insieme quel fresco delle sere primaverili con le luci dei lampioni che si sforzano giallastri a trapassare i rampicanti festosi e profumati che col loro verde brillante entrano come ombre giunti fin lì. Non sopportò a lungo di restare fermo e insicuro, così, senza rifare il cammino gentile delle dita verso il cuore, strinse con entrambe le mani, e con tutte le unghie maschili affondate nella carne, le spalle di lei. Poi si ficco con tutta la bocca dentro a quella notte di stelle".